SETTORE VITIVINICOLO

Descrizione

VITICOLTURA DA VINO

PROGETTO: GIALLUMI VITE – Tecnologie innovative per la diagnosi e lo studio delle interazioni pianta/patogeno

I giallumi della vite (Grapevine Yellows, GY) sono fitoplasmosi presenti in Italia come Flavescenza Dorata (FD) e Legno Nero (Bois Noir, BN). Il progetto ha sviluppato nuovi metodi diagnostici che permettono di identificare la presenza del patogeno anche in periodi dell’anno in cui i sintomi della fitoplasmosi non sono conclamati, effettuando così una diagnosi precoce in organi della pianta diversi dalle foglie, in particolare nei tralci e nelle radici e nel materiale di propagazione (barbatelle). Inoltre, il progetto ha ottimizzato alcuni metodi molecolari di diagnosi, rendendoli ancora più sensibili e specifici. Sono state approfondite le conoscenze sull’interazione fitoplasmi/pianta ospite e i meccanismi grazie ai quali alcune piante, nonostante l’incidenza della malattia, riescono ad innescare processi che portano ad una sorta di resistenza al patogeno, con una remissione dei sintomi della malattia (recovery) e il ritorno alla produttività. In particolare, sono stati identificati i geni e le proteine coinvolti in questo meccanismo di resistenza.

PROGETTO: SERRES – Selezione di nuovi portinnesti della vite resistenti agli stress abiotici mediante lo sviluppo e la validazione di marcatori fisiologici e molecolari

Il progetto ha creato le basi per lo sviluppo di modelli di viticoltura sostenibile, fortemente limitata dalla scarsa disponibilità di portainnesti con caratteristiche di resistenza a condizioni colturali avverse, quali carenza idrica, salinità od eccesso di calcare. È stata indagata la risposta adattativa di nuovi portainnesti in condizioni di crescita controllate e in pieno campo, valutando l’effetto di differenti ambienti pedo-climatici e diverse combinazioni d’innesto, considerando gli effetti sull’attività vegetativa e sui profili qualitativi dell’uva. I risultati hanno portato alla validazione di nuovi portainnesti della serie M, ora inseriti nel registro nazionale delle varietà e disponibili sul mercato, e all’individuazione di marcatori molecolari per il miglioramento genetico. Partendo da progetti di selezione già avviati, è stato possibile individuare ulteriori portainnesti resistenti allo stress idrico e salino e all’eccesso di calcare. Su questi genotipi resistenti è stato effettuato un ulteriore studio con l’obiettivo di associare al fenotipo caratteri genetici specifici.

Il progetto inoltre ha permesso di approfondire le relazioni fra nesto e portainnesto, mettendo in evidenza la reazione positiva che hanno i diversi portinnesti della serie M agli stress nutrizionali ed idrici, rendendoli adattabili a diverse situazioni colturali.

Infine, è stata effettuata un’attenta analisi costo/benefici dell’impatto dei nuovi portainnesti sull’intera filiera

vino/viticola italiana, anche alla luce dei cambiamenti climatici in atto.

 

PROGETTO: VITIS DB – Un database viticolo italiano, ad approccio multidisciplinare, per la conoscenza e la valorizzazione dei genotipi regionali

Il progetto ha approfondito la conoscenza di centinaia di vitigni regionali, individuando per ognuno informazioni storiche, genetiche, colturali e qualitative. L’indagine ha riguardato i vitigni delle regioni Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Liguria, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia. La “carta d’identità” di ogni vitigno è confluita in un database http://www.vitisdb.it/ di facile e gratuita consultazione per ricercatori, tecnici e operatori del settore, che lo possono utilizzare per impostare nuove prove sperimentali, migliorare la gestione agronomica, conoscere le rese e qualità dei vitigni.

Alla conclusione del progetto (Dicembre 2014) sono presenti nel database 558 varietà.

ENOLOGIA

PROGETTO: VALORVITIS – Valorizzazione dei sottoprodotti della filiera vitivinicola per la produzione di composti ad alto valore aggiunto

Il progetto ha sviluppato una tecnica per il recupero di alcuni sottoprodotti dei processi di vinificazione e distillazione (raspi, bucce d’uva, vinaccioli) per ridurne l’impatto ambientale e ottenere composti ad alto valore aggiunto. I risultati sono i seguenti:

• relativamente alla valorizzazione dei raspi, sono stati messi a punto processi di frazionamento lignocellulosico per il recupero di antiossidanti, zuccheri fermentescibili e cellulosa. Dalle bucce di vinacce sono state ottenute sia farine per l’impiego diretto in alimenti, sia estratti ricchi in composti polifenolici antiossidanti. Le farine ottenute da diverse cultivar, sia nere sia bianche, sono state utilizzate con successo per ottenere diversi prodotti (formaggi, yogurt, pane, puree di frutta) arricchiti con un elevato contenuto in fibra e che hanno avuto riscontri sensoriali positivi in prove di assaggio sui consumatori;

• estratti di bucce nere ricchi in polifenoli sono stati ottenuti mediante estrazione con etanolo e acqua e utilizzati nell’incapsulamento con diversi ingredienti e additivi alimentari, ottenendo formulazioni idonee all’impiego in diverse matrici alimentari (es. gelato, paste di frutta secca, biscotti, yogurt, succhi di frutta). Gli estratti polifenolici hanno anche mostrato una spiccata attività antiglicante che li rendono adatti allo sviluppo di ingredienti o nutraceutici naturali utili alla prevenzione delle complicanze del diabete;

• l’utilizzo di anidride carbonica in fase supercritica per l’estrazione di olio di vinaccioli ha permesso di ottenere rese in olio paragonabili a quelle dell’estrazione con solvente, preservandone maggiormente le caratteristiche nutrizionali. L’analisi di processo ha evidenziato che l’investimento per un impianto industriale di estrazione di olio di vinacciolo con CO2 supercritica sarebbe ammortizzato in circa 5 anni.

PROGETTO: BIORAFFINERIA – Valorizzazione dei sottoprodotti e dei residui di vinificazione tramite estrazione e produzione di molecole ad alto valore aggiunto

La ricerca ha applicato il concetto di BIORAFFINERIA al settore vinicolo per la prima volta in Italia, recuperando la gran quantità di sottoprodotti disponibili a seguito del processo di vinificazione. Le ricerche hanno indagato come trasformare la biomassa – raspi, bucce e vinaccioli – in un’ampia gamma di bio-prodotti (alimenti, prodotti farmaceutici e cosmetici) e bioenergia (es. biocarburanti) ottenendo i seguenti risultati:

• il concreto recupero dei sottoprodotti e l’estrazione di molecole bioattive attraverso tecnologie verdi a basso impatto ambientale, da cui è emersa la possibilità di utilizzare parte degli estratti come integratori alimentari e come antiossidanti nell’industria alimentare e farmaceutica. Dal punto di vista della salute, i risultati degli studi lasciano ipotizzare la possibilità che alcuni sottoprodotti possano risultare preventivi nei confronti delle patologie associate all’invecchiamento e quindi utilizzati nella prevenzione delle malattie cronico-degenerative;

• la possibilità di utilizzare i sottoprodotti a fini energetici attraverso la creazione e messa a punto di reattori bioelettrochimici per la produzione di energia e di reattori per la produzione di bioidrogeno per il trattamento di acque di scarto derivanti dal processo di vinificazione;

• l’utilizzo delle biomolecole ottenute dai sottoprodotti per la produzione di bioplastiche.

PROGETTO: TRACCIABILITA’ GEOGRAFICA – Nuove tecnologie analitiche per la tracciabilità geografica e varietale dei prodotti enologici

Il progetto ha sviluppato e realizzato un modello di tracciabilità geografica e/o varietale, in grado di collegare un prodotto agroalimentare al territorio di produzione, garantendone la sua autenticità di provenienza attraverso la certificazione. Gli studi hanno preso in esame le filiere dei Lambruschi modenesi DOP e dello spumante Trentodoc. I risultati sono stati ottenuti grazie a innovativi approcci metodologici basati sull’utilizzo della statistica per la selezione dei campioni da sottoporre a prova, su specifiche tecniche analitiche per la tracciabilità geografica e sull’identificazione varietale supportata anche dall’impiego di tecniche genomiche. Questi aspetti hanno caratterizzato il progetto come punto di riferimento a livello nazionale e sovranazionale per l’innovazione, per l’estensione territoriale in relazione al numero di campioni analizzati.

PROGETTO DI TRASFERIMENTO TECNOLOGICO: VALORVITIS 2.0

È stata messa a punto una nuova tecnologia, frutto delle ricerche di VALORVITIS, per ottenere farine di buccia di vinaccia “micronizzata” da utilizzare nella produzione di nuovi alimenti funzionali e a basso indice glicemico, in particolare pasta, prodotti da forno, succhi di frutta, prodotti lattiero-caseari. Al fine di comprendere l’interesse dei consumatori nei confronti di tali prodotti è stata messa a punto un’indagine specifica, che ha dimostrato l’apertura verso i nuovi alimenti funzionali. Sono stati realizzati due studi di fattibilità: uno relativo alla produzione su scala artigianale e industriale di farine alimentari da sottoprodotti dell’industria viti‐vinicola e un secondo che riguarda la realizzazione di un impianto in grado di ottenere olio di vinacciolo estratto con CO2 supercritica. Infine, sono state redatte specifiche linee guida per la produzione ed impiego ad uso alimentare della farina di buccia di vinaccia micronizzata.

Un video illustrativo dell’attività realizzata è disponibile al seguente link

https://www.youtube.com/watch?v=AB0qW9qwwv4

PROGETTO DI TRASFERIMENTO TECNOLOGICO: BIOVALE

Il progetto ha testato tre tecnologie innovative, studiate nel progetto BIORAFFINERIA, per il riutilizzo dei sottoprodotti della vinificazione. È stata perfezionata con successo una modalità di estrazione con CO2 supercritica applicata alle vinacce per il recupero di molecole ad alto valore aggiunto (polifenoli) senza uso di solventi chimici da impiegare in settori industriali diversi (alimentare, cosmetico, farmaceutico). Lo studio ha permesso di analizzare e stimare i costi di un impianto di estrazione su scala industriale. Inoltre, il progetto ha perfezionato la realizzazione di una “cella microbica” in grado di riutilizzare le fecce e le acque residue di lavorazione delle cantine vitivinicole per la produzione di energia elettrica e di idrogeno. Un processo che ha dimostrato la sua validità se applicato anche negli oleifici. Infine, è stata affinata una nuova tecnologia per la produzione di bioplastiche attraverso il riutilizzo delle vinacce.

Ulteriori informazioni sono disponibili nel servizio andato in onda nel 2018 su RaiUno nella trasmissione

“Linea Verde” e disponibile al seguente link https://www.youtube.com/watch?v=2jQ1JoSXXBU