SETTORE AGRICOLTURA DI MONTAGNA

Descrizione

PROGETTO: iGRAL – Innovative beef cattle Grazing systems for the Restoration of Abandoned Lands in the Alpine and Mediterranean mountains

Il progetto intende contribuire al processo di recupero e valorizzazione di territori marginali, ripristinando i prati permanenti attraverso sistemi di allevamento al pascolo di bovini da carne delle razze rustiche Highland e Sarda. Il ripristino delle aree, localizzate nelle Alpi piemontesi e nelle zone montuose della Sardegna, è stato favorito dall’impiego di integratori alimentari (sale zootecnico e blocchi di melasso) che attraggono i bovini su terreni ormai invasi da arbusti, alberi e altre specie indesiderate e favorendo il consumo di nuove specie vegetali e il recupero di tali aree. Il progetto, inoltre, ha studiato aspetti legati alla biodiversità animale e vegetale delle aree marginali, attraverso la mappatura delle specie erbacee ed arbustive più gradite agli animali e il monitoraggio delle comunità di formiche, per comprendere se questi insetti hanno una relazione competitiva con i grandi erbivori e il loro apporto nel favorire la dispersione di semi di piante importanti per la qualità dei pascoli. L’indagine del comportamento spaziale degli animali è stata effettuata grazie all’impiego di dispositivi di tracciamento GPS, che definiscono un recinto virtuale che può essere controllato in ogni momento dall’allevatore e dai ricercatori e che permette di avvisare l’allevatore in caso di sconfinamenti. Se i risultati confermeranno le aspettative, gli allevamenti di montagna avranno a disposizione uno strumento dal costo relativamente contenuto (circa 120 euro per capo) per ridurre il rischio di perdere gli animali o di sconfinare su terreni altrui. Inoltre, il sistema potrà essere utilizzato ai fini della tracciabilità, assicurando al consumatore la provenienza della carne acquistata e informarlo relativamente ai foraggi che hanno costituito la dieta dei bovini al pascolo.

PROGETTO: IALS – Integrated Alpine Livestock Systems: from ecosystem services to premium mountain products

La ricerca studia le proprietà funzionali di latte e formaggio di montagna prodotti nella Val d’Ossola (provincia del Verbano-Cusio-Ossola) e misura il valore dei servizi ecosistemici forniti dall’agricoltura montana. Il progetto ha dimostrato che l’alimentazione al pascolo basata sul consumo di erba fresca comporta notevoli vantaggi sia in relazione al benessere degli animali che alle caratteristiche nutrizionali e funzionali di latte e formaggi, arricchiti di componenti bioattivi in modo naturale ed economico e con un maggior contenuto di acidi grassi, con un impatto positivo sulla salute del consumatore. Il latte di montagna contiene un’ampia gamma di proteine che possono generare peptidi dotati di attività biologica come i biopeptidi ACE-inibitori per i quali è accertata un’attività antipertensiva.

Il progetto si è poi concentrato sulla valutazione della disponibilità dei consumatori a pagare per un formaggio tipico di montagna con diverse caratteristiche di produzione sostenibile, tra cui il marchio di “Prodotto di Montagna”. I risultati confermano l’interesse degli intervistati per l’etichetta di “Prodotto di Montagna”, probabilmente per il rinnovato interesse dei consumatori per un processo produttivo rispettoso dell’ambiente e percependo il territorio montano come portatore di valori positivi. Attraverso indagini di mercato è stata rilevata la sensibilità dei giovani nei confronti del marchio “Prodotto di Montagna” e del benessere animale, suggerendo un target interessante a cui indirizzare strategie di marketing innovative.

PROGETTO: IPCC MOUPA – Interdisciplinary Project for assessing current and expected Climate Change impacts on MOUntain PAstures<

Il progetto sta studiando come i cambiamenti climatici stanno incidendo sulle aree a pascolo in montagna e come questo incide sulla zootecnica montana e sulle relative filiere. Le ricerche hanno messo a punto un modello in grado di ricostruire lo storico dei dati climatici di temperatura e piovosità, supplendo alla mancanza di reti meteorologiche di rilevamento locali. A questo proposito è stato realizzato un dataset per leggere e interpretare i cambiamenti climatici in corso e attualmente applicabile alle regioni Piemonte, Valle d’ Aosta, Lombardia e Trentino Alto Adige. I primi risultati confermano un incremento di temperatura di ben 3 gradi centigradi, con un impatto negativo sui ghiacciai, in particolare dello Stelvio. Il progetto si è poi concentrato sull’incidenza della radiazione solare nel ghiacciaio di Forni, uno dei più grandi e importanti delle nostre Alpi, che ha subito un notevole regresso, con ripercussioni negative sull’approvvigionamento idrico delle aree a valle, tra cui le attività agricole. Si stanno studiando le tecniche satellitari per stimare la durata dei periodi dell’anno in cui il suolo è coperto dalla neve e che stanno permettendo di ricostruire nel tempo le serie storiche di copertura nevosa, l’evoluzione del manto e le sue relazioni con le variabili meteorologiche. Inoltre, il progetto ha studiato la composizione dei pascoli di alcune aree di studio (Orvielle – Val d’Aosta e Val Dosdè – Valtellina) mettendo a punto un modello di simulazione di crescita delle praterie che aiuta a capire come le conseguenze del cambiamento climatico potranno incidere sull’approvvigionamento di foraggio, prevedendo i futuri scenari. Al fine di mettere a punto soluzioni di adattamento per mitigare le conseguenze economiche dei cambiamenti climatici, il progetto sta realizzando specifiche analisi socioeconomiche che, oltre a raccogliere dati riferiti alla struttura aziendale, indaga la percezione del mondo agricolo rispetto a tali cambiamenti.